martedì 2 settembre 2014

La nuova chiesa dell' Ospedale di Bergamo

Il giugno scorso la nuova chiesa dell'Ospedale San Giovanni XXIII di Bergamo è stata aperta in anteprima (l'inaugurazione e consacrazione avverrà ufficialmente a ottobre). 
Il progetto è degli stessi architetti che hanno lavorato all'ospedale: Aymeric Zublema, Pippo Traversi e Ferdinando Traversi, mentre all'interno troviamo opere di importanti artisti quali Stefano Arienti, Andrea Mastrovito e Ferrario Frères.
L'edificio a pianta rettangolare presenta pareti esterne composte da listelli di calcestruzzo bianco che permettono di avere all'interno n effetto di luce diffusa e uno spazio arioso e molto luminoso.
Sulla porta d'ingresso in legno, Stefano Arienti ha voluto rappresentare un deserto che contrasta col ricco giardino mediterraneo delle pareti interne della chiesa: il luogo sacro che nutre e disseta lo spirito trasformandolo da arido deserto in rigoglioso giardino.
L'immagine del giardino è stata realizzata attraverso un processo di lavorazione industriale per cui sulle piastrelle che compongono le pareti sono state effettuate meccanicamente delle incisioni seguendo una fotografia; le incisioni hanno rivelato la composizione interna delle piastrelle creando un gioco di chiaro-scuri che da lontano rende visibile il disegno d'insieme.
Il processo industriale e quello artistico si fondono in questa brillante tecnica.
Una delle pareti è alleggerita da oblò di varie grandezze che comunicano con l'esterno e permettono un maggiore ingresso della luce.
Subito ai due lati dell'ingresso, due composizioni fotografiche rappresentanti un' immaginifica Via Crucis, secondo il collettivo Ferrario Frères. In una Bergamo "sintetica" in cui la Cappella Colleoni sorge accanto a Porta San Giacomo e dove passeggiano lupi, coccodrilli e fenicotteri rosa, si svolgono le scene della Passione interpretate da amici e parenti degli artisti in abiti contemporanei. Alcuni elementi rimandano a episodi della vita di San Francesco, in omaggio ai cappuccini a cui è affidata la cura pastorale della chiesa dell'ospedale.
Le opere nell'abside sono del seriatese Andrea Mastrovito che crea tre scene dipinte su grandi lastre di vetro intagliato, come una suggestiva quinta teatrale.
Al centro Cristo crocifisso (notate anche voi una certa somiglianza con un noto capo ultras locale? Considerando che la nota fede calcistica di Mastrovito, mi sa che che il Bocia ha fatto da modello involontario...). Sullo sfondo il cielo è dorato, con riferimento alla tradizione bizantina, come rimando alla luce divina.
In basso a sinistra un pavone; nel medioevo era spesso usato nell'iconografia cristiana in quanto la sua coda aperta rimandava alla volta celeste, al sole e si credeva che le sue carni fossero incorruttibili, con un riferimento alla resurrezione e al promessa della vita eterna.
Sulla sinistra le pie donne e papa Giovanni XXIII a cui la chiesa e l'ospedale stesso sono dedicati. La sua presenza accanto alle donne sofferenti indica la sua vicinanza al dolore dei malati in ospedale e dei loro cari che trovano un po' di consolazione nel luogo di preghiera.