venerdì 2 agosto 2013

Lo sguardo creativo


Lo sguardo creativo è quello che sa guardare il mondo in profondità, che sa fare associazioni, immaginare mondi segreti e inventarne di nuovi.

Gianni Rodari diceva che l'adulto vede il niente nel tutto, mentre il bambino vede il tutto nel niente. Questo sguardo profondo del bambino, secondo Bruno Munari, è un misto di techne, cioè arte del saper fare con perizia, e asobi, che in Giappone indica il piacere del gioco. Questo senso, intrinseco nella natura del bambino, dovrebbe essere coltivato e allenato per potersi sviluppare e sopravvivere anche in età adulta.
Una persona non creativa è incompleta e nella vita avrà difficoltà ad adattarsi alle diverse situazioni; una persona creativa, al contrario, potrà trovare con più facilità soluzioni per i problemi quotidiani e potrà dare il proprio contributo alla crescita della società, realizzandosi pienamente nella collettività.
Il pensiero creativo non è dunque prerogativa dell'artista, ma appartiene a tutti e non va distinto dall’intelligenza: l’atto intelligente è creativo, ogni forma di apprendimento è creativa, poiché è creativo il processo di co-costruzione indicato da Jean Piaget come via per l’apprendimento, ovvero l’interazione tra soggetto che apprende e oggetto dell’apprendere.

Se è vero che i bambini, mossi da un naturale istinto di sopravvivenza (per cui l’atto creativo è fondamentale), hanno una propensione alla creatività, è necessario che gli enti formativi (scuola, famiglia, musei, ludoteche, biblioteche…) incentivino questa attitudine, aiutando i bambini a liberarsi dai condizionamenti e aiutandoli a formarsi, dando loro la possibilità di ampliare le proprie conoscenze. La creatività, infatti, va anche alimentata con la conoscenza, poiché in tal modo avrà più elementi su cui lavorare, con cui creare associazioni e relazioni di pensiero.
Negli anni della stesura di Grammatica della Fantasia, Rodari notava come il pensiero creativo fosse tendenzialmente escluso dalla scuola a vantaggio dell’attenzione e della memoria, caratteristiche dello scolaro modello, il più comodo e malleabile, mentre una scuola veramente funzionale alla crescita del bambino dovrebbe favorire il pensiero creativo e l’immaginazione intesi come pensiero libero, pensiero divergente.

Ecco una galleria di immagini in cui natura e oggetti trovati sono stati guardati con occhio creativo, dando vita a qualcosa di nuovo…





Illustrazioni di Vittoria Facchini: qui sopra due disegni realizzati a partire da un frammento di piastrella decorata, levigata dal mare; sotto, una treccia di fili da cucito sfilacciata diventa un albero



Segue la copertina del libro di Bruno Munari Da lontano era un'isola, dove troneggia un grosso sasso che visto in lontananza può ricordare un'isola fortificata


altri esempi di sguardo creativo presi sempre da Munari: un sasso con una riga bianca che diventa la strada percorsa da un ciclista...


...una radice diventa il polipo del monte Olimpino...


...e due tronchi di betulla si trasformano in una coppia di nobili: la signora Pocanzi e il conte Bigolin de la Nona


La mano di una strega che ho scovato nei boschi di Zambla


e la testa di un drago...


I vegetali a volte hanno forme strane: queste carote sembra abbiano le gambe...


L'artista Romuald Hazoumé crea maschere africane a partire dalle taniche di plastica, l'oggetto forse più "tipico" dell'Africa di oggi.



Anche il ready made duchampiano si basa sul concetto di sguardo creativo e di pensiero divergente


La famosissima Fontana è in realtà un orinatoio capovolto. Duchamp la presentò a un concorso di cui era egli stesso parte della giuria; firmò perciò l'opera con uno pseudonimo R.Mutt. La R va pronunciata ER e se noi proviamo a mettere l'iniziale dopo il cognome, otteniamo Mutt R., pronucia: MUTTER, ovvero MADRE in tedesco. Chi è la madre per eccellenza nella cultura cristiana? La madonna...e che forma ci può ricordare quest'orinatoio capovolto se non quella di una madonna velata? Letta in questo senso l'opera di Duchamp è ancora più scandalosa e provocatoria, anche perché l'artista sceglie di usare un oggetto ad uso prettamente maschile per rappresentare la figura femminile per eccellenza.

Anche gli artisti di strada riescono a trasformare lo spazio che li circonda guardandolo con occhi creativi:


Una borsa della spesa con i manici annodati somiglia a un coniglietto, basta disegnargli la faccia: questa foto l'ho scattata a Madrid

Qui sotto invece una foto scattata a Firenze: il cartello che indica la strada a fondo chiuso ricorda una croce e l'artista ci ha attaccato un adesivo del Cricifisso















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