lunedì 21 ottobre 2013

Adrian Villar Rojas alla Serpentine Sackler Gallery: Today we Reboot the planet

La nuova Serpentine Sackler Gallery ha inaugurato con l'opera di un'artista che aveva rappresentato l'Argentina alla Biennale di Venezia del 2011 con una mastodontica installazione creata per l'occasione The Murderer of Your Heritage.


Per lo spazio della galleria londinese, il trentatreenne artista argentino ha immaginato un mondo fossile fatto di rovine e di antichi monumenti, offrendo, attraverso il suo mondo di argilla e mattoni, un' immagine fantastica della fragilità dell'ecologia globale e giocando con materiali che rimandano al passato, ma utilizzando forme architettoniche orientate al futuro, mixando storia, modernità, mondo dei fumetti e del fantasy.
Un altro elemento importante è la presenza di un'azienda a Rosario, in Argentina, che l'artista utilizza come laboratorio sperimentale, dove i mattoni sono realizzati secondo un l'antico metodi, miscelando attraverso la forza degli animali da lavoro la terra e cuocendo poi i mattoni in alte fornaci.
Un ritorno dunque al passato recuperando materiali tradizionali come l'argilla e il mattone prodotto artigianalmente.
Un elefante d'argilla a grandezza naturale si inchina per sorreggere una trave, che simboleggia l'antica struttura della galleria; un'architettura-bunker raccoglie poi un' esposizione di sculture di creta e elementi naturali in decomposizione. Un Kurt Cobain mummificato, a cui l'artista cerca di ridare la vita conficcando nel corpo due bottiglie d'acqua per reidratarlo, un vassoio di mele e pannocchie, due gattini che si baciano, una scimmia...Villar Rojas vuole riprodurre l'intero mondo in argilla e guardarlo sgretolarsi davanti ai propri occhi. Il modo stesso in cui l'artista usa l'argilla è sperimentale, in quanto questo materiale così fragile è inadatto a sculture di grandi dimensioni, quindi le crepe e le rotture che si possono formare nel tempo o durante il trasporto, sono frutto del caso e ne sottolineano la naturale fragilità.
Today we Reboot The Planet  può essere letto come un invito a ridare vita a un mondo in decadenza, o  come un malinconico esperimento estremo di salvare qualcosa che non può più essere salvato.
Fino al 10 di novembre.

















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