lunedì 24 febbraio 2014

L'inverno è finito, l'estate è alle porte!

Il titolo è per citare Guccini...in realtà l'estate e ancora ben lontana, ma a giudicare dai meravigliosi giorni che sono spuntati in questi giorni nei parchi londinesi, la primavera sembre davvero alle porte!


Particolarmente simbolica questa foto dove un triste e rinsecchito albero di Natale è stato portato via dall'operatore ecologico che si sta allontanando sotto l'albero in fiore...
Ma ancora più eloquenti sono le immagini del mare di narcisi spuntati in questi giorni a St. James's Park...bellissimi!















giovedì 13 febbraio 2014

Happy Valentine's Day!

Per la festa degli innamorati voglio pubblicare il video di un incontro speciale tratto dal documentario di Matthew Akers The Artist is Present che è anche il titolo della performance svolta da Marina Abramovic durante una retrospettiva a lei dedicata al MoMA di New York nel 2010.



L'artista, allora 63 enne, è rimasta seduta per 3 mesi 7 ore al giorno davanti a una sedia vuota, dove i visitatori del museo si sedevano e rimanevano per diversi minuti a guardarla negli occhi.  
L' incontro di cui voglio parlare è avvenuto il primo giorno, a sorpresa... tra i tanta ti volti di sconosciuti che si susseguivano ( in questo link http://www.flickr.com/photos/themuseumofmodernart/sets/72157623741486824/
è possibile trovare una galleria dei volti che Marina ha avuto davanti a sè), è comparso anche Ulay. 
Ulay è un artista tedesco che Marina conobbe ad Amsterdam nel 1976; nati nello stesso giorno, il 30 novembre, tra i due nacque un'intensa storia d'amore e una collaborazione artistica che durò 12 anni. Insieme condussero una vita da bohèmien girando l'Europa su una di furgone Citroën riadattato a casa mobile, vivendo con nulla, insieme esplorarono i limiti del corpo e le relazioni umane giocando le proprie stesse vite in performance dal fortissimo impatto fisico ed emotivo, come in Rest Energy, dove Marina tende un arco dalla parte della scocca e Ulay mantiene la freccia che è puntata verso il cuore di Marina stessa...un suo cedimento potrebbe ucciderla. Ciò che li ha quasi uccisi e stata la performance Death Self, del 1977, in cui i due artisti/amanti, uniti in ciò che a prima vista sembrerebbe un bacio, si soffocano invece a vicenda respirando l'uno il respiro dell'altra finendo per perdere entrambi i sensi dopo 17 minuti.
La loro relazione aveva già iniziato a incrinarsi nel 1988 e la performance The Lovers segnerà la rottura della loro relazione e della collaborazione artistica; in essa Marina e Ulay percorrono la Grande Muraglia Cinese per 2500 Km, incontrandosi a metà e dicendosi addio per sempre.
Quel "per sempre" si è cancellato proprio in occasione di questa retrospettiva dedicata dal MoMA a 
Marina Abramovic...Ulay infatti, che era stato la sua "metà" nelle performances che hanno segnato la carriera della grande artista, non poteva mancare a questa occasione a cui era stato invitato come ospite d'onore. 
Arrivato il giorno prima dell'inizio della mostra, i due si sono reincontrati per la prima volta dopo 32 anni a casa di Marina per condividere una cena e il giorno dopo, primo giorno della performance, inaspettatamente, Ulay ha deciso di sedersi su quella sedia vuota di fronte a lei...
Marina, che per tutti i tre mesi della performance manterrà un assoluto rigore senza mai avere un contatto fisico con i suoi interlocutori, di fronte all'uomo con cui ha condiviso la vita e l'arte (che per un'artista come Marina Abramovic sono in fondo la stessa cosa), ha allungato le braccia sul tavolo che li separava per potergli stringere le mani...
Questo video testimonia l'emozione e i ricordi che scorrono negli sguardi di Marina e Ulay...sguardi 
più eloquenti di mille parole...

http://youtu.be/R1KeFv56_dQ








martedì 11 febbraio 2014

Un curculione non fa primavera!


Ieri approfittando della bella giornata ho fatto un giro a Hyde Park che in questo periodo e pieno di bucaneve e boccioli di crocus...così ho fatto qualche foto e l'ho spedita ai miei genitori con questo messaggio: "A Hyde Park è fiorito pure il rosmarino e ci sono un sacco di boccioli di crocus", ma guardate che cosa ha scritto quell'intuitivo del mio computer con la sua scrittura poco intuitiva:
'A Hide Park è fiorito pure il Morino e ci dono un sacco di boccioli di curculione' !
Beh, c'era da immaginarselo, un curculione (che per altro e questo simpatico insetto qua sotto) 


non fa primavera! 
Tanto che stamattina il tempo era grigio/ventoso/piovoso 


 Che manco si riusciva a tenere l'ombrello aperto per l'aria che tirava. 
Comunque aspettando l'arrivo della vera-primavera, beccatevi queste immagini di ieri!




























giovedì 6 febbraio 2014

Tre nuove mostre alla Photographers' Gallery

Questa galleria tra le mie preferite di Londra si trova in una viuzza nascosta tra i negozi di Oxford Street...scoprirla è stato un caso come spesso capita qui, da allora torno spesso a visitarla e trovo sempre delle mostre interessanti che, cosa non trascurabile, il lunedì sono gratuite!






Fino al 30 marzo la galleria propone una mostra su David Lynch, più noto come regista ma anche sensibile fotografo; una mostra su William S. Burroughs, uno dei più influenti scrittori americani del XX secolo, ma anche appassionato di fotografia e una mostra sugli scatti di Andy Warhol tra il 1976 e il 1987

Incomincio proprio con alcune delle foto di Lynch, sul mondo delle fabbriche e delle aree industriali attive o dismesse; dice l'artista: "I love industry. Pipes. I lov fluid and smokie. I love man-made things. I like to see people hard at work, and I like to see slide and man-made waste".
Per chi a familiarità con i film di Lynch, sarà facile ritrovare il linguaggio visivo enigmatico che lo caratterizza anche come regista.









William Borroughs, scrittore della Beat Generation, ebbe per anni una relazione con un altro scrittore della cerchia, Allen Ginzberg; qualche mese fa è uscito il film Kill our darlings, ispirato al libro di Borrough e Jack Kerouac E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche, che vede questi scrittori ribelli ai loro inizi. La passione di Borroughs per la fotografia è piuttosto sconosciuta e la Photographers' Gallery è la prima a proporre una mostra focalizzata proprio sull'archivio fotografico di Borroughs.
Particolarmente interessante sono i suoi collages fotografici e gli autoritratti dove l'artista si mostra solo attraverso la sua ombra, un particolare o il suo riflesso.


















Infine osservando le fotografie di Andy Wharol non si può non capire come la fotografia sia parte essenziale e fondatrice del suo lavoro di pittore e filmmaker.
Wharol portava sempre con sè una macchina fotografica con un rullino in bianco e nero da 35 mm, e spesso faceva più di 36 scatti al giorno catturando dettagli della vita quotidiana, della mondanità, della pubblicità.
Tra il 1982 e il 1987, anni della sua morte, realizzò più di 500 composizioni di fotografie ripetute e cucite tra loro.